IN PUNTA DI MATITA & DI PENNELLO

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Monica Sori

Scrivere o dipingere? Sono “nata” giornalista e non posso fare a meno di comunicare anche con la parola.
In questo blog voglio portarvi nel mio mondo, fatto di arte, racconto ed esplorazione.

Marcite: una passeggiata in pittura

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La prima giornata di sole e di tepore dopo settimane rigide, di pioggia, ghiaccio e termometro sotto zero. Il momento giusto per una passeggiata tra le “marcite”. Che brutta parola! Per indicare, in verità, una tecnica di irrigazione vecchia di ottocento anni, che tutt’oggi è impiegata nella coltivazione (le giovani piantine nascono, non marciscono!) nella bassa milanese, zona in cui sono nata e ho vissuto la mia infanzia.


E così ieri, con la mia insegnante Anna Bocchi, ho fatto una lunga passeggiata “d’arte e ispirazione” al Parco Sud, appena a ridosso della città. Qui, però, il tempo sembra essersi fermato e basta voltarsi dalla parte giusta per scorgere solo i filari degli alberi e i fiumiciattoli che fanno parte del paesaggio delle marcite; oltre che prati e campi coltivati, alcuni dove si scorge già il verde dei germogli, altri ancora secchi, solo apparentemente morti.



Ma che c’entrano le marcite con l’arte? Anzi, con la mia arte? Ho già detto che gli elementi naturali sono la base delle mie opere. Nei prati coltivati del Parco agricolo Sud Milano c’è tutto quello che mi serve e che mi piace: la terra e l’acqua prima di tutto, ma anche l’aria, che nelle giornate più fredde diventa quasi palpabile e prende tutte le sfumature dei colori pastello.


Eppoi i prati a marcita raffigurano i paesaggi che più mi ispirano: orizzonti lontani che quasi si dissolvono,  dove il cielo e il campo sono un tutt’uno. I palazzoni della periferia di Milano si vedono appena, perché confusi dalla bruma acquosa che sale dal terreno… In Campo in città ho cercato di rappresentare tutto questo. Volevo che emergessero gli elementi della natura, che, anche se nascosti, sono sempre presenti, appena girato l’angolo, e la loro bellezza non è meno intensa, anche quando il colore prevalente è il grigio.


L’ho dipinto su un cartone rigido, grezzo, povero come questi paesaggi, con colori acrilici e grafiti che mi hanno aiutato a rendere la lirica degli spazi materici, dell’acqua, delle nebbie.


L’ho dipinto quando questi paesaggi trattenevano ancora i colori dell’inverno, mentre ieri già i toni evolvevano in quelli più accesi della primavera. Ora, carica di nuove emozioni, dopo qualche schizzo abbozzato seduta sulla riva di un canale, cercherò una nuova visione delle marcite, di rappresentarle come momento d’arte, cercando anche in me stessa la chiave di lettura di questa poesia.